Fotovoltaico e non solo: la nuova direttiva RED II come cambierà l’autoconsumo e cosa stanno facendo gli operatori
In Italia nel 2017 l’autoconsumo da unita singola è stato pari a 4.889 GWh, ovvero il 20,1% della produzione complessiva degli impianti fotovoltaici, in crescita rispetto al 2016.
In uno scenario futuro, la neo direttiva Ue sulle rinnovabili aprirà anche una nuova stagione per l'autoconsumo collettivo, ad oggi non consentito: dal modello attuale basato sul singolo utente si passerà a vere comunità di consumatori, anche di dimensioni rilevanti, come condomini o interi quartieri.
In base alla nuova direttiva "Gli Stati membri provvederanno affinché gli autoconsumatori di energia rinnovabile, individualmente o attraverso aggregatori, siano autorizzati a:
a) produrre energia rinnovabile;
b) immagazzinare e vendere le eccedenze di produzione di energia elettrica rinnovabile, anche tramite accordi di compravendita di energia elettrica rinnovabile con fornitori di energia elettrica e accordi per scambi tra pari;
c) installare e gestire sistemi di stoccaggio dell'energia elettrica abbinati a impianti di generazione di energia elettrica rinnovabile a fini di autoconsumo senza essere soggetti ad alcun duplice onere, comprese le tariffe di rete per l'energia elettrica immagazzinata che rimane nella loro disponibilità;
d) mantenere i loro diritti e obblighi in quanto consumatori finali;
e) ricevere una remunerazione, se del caso anche mediante regimi di sostegno, per l'energia elettrica rinnovabile autoprodotta che immettono nella rete, che corrisponda al valore di mercato di tale energia elettrica e possa tener conto del suo valore a lungo termine per la rete, l'ambiente e la società"
Una simile novità avrà effetti travolgenti sull’intera industria elettrica poichè si allargherà il perimetro dell’auto-consumo anche a soggetti multipli ed il ruolo degli operatori della filiera sarà messo in discussione: la produzione sarà sempre più on demand; da consumo passivo si passerà a quello prosumer di energia (produttore+consumatore); dalla gestione tradizionale della supply chain si passerà alla più complessa generazione distribuita.
L’elemento cardine di questa trasformazione è senza dubbio la digitalizzazione del settore, che grazie a strumenti come la blockchain (interessante è l’articolo pubblicato da ingenio-web dove spiega l’ambito di applicazione di questa tecnologia per l’autoconsumo [vedi articolo] ) e le smart grid, creerà i presupposti per un sistema costantemente monitorato, connesso e bilanciato tra la produzione e la domanda di energia, anche quando la produzione sarà in buona parte rinnovabile. In parallelo alla digitalizzazione c’è lo sviluppo dei sistemi di accumulo, che attualmente rappresentano uno dei settori di mercato maggiormente attivi.
Fin tanto che questo nuovo modello di mercato non verrà completamente regolamentato, il numero di aziende che ad oggi propone soluzioni commerciali che anticipano o almeno rispecchiano l’idea di condivisione e digitalizzazione dell’energia, resta esiguo.
È il caso ad esempio di Sonnen e Senec che importano dall’ estero due diverse soluzioni che condividono uno stesso obiettivo: proporre a un costo minimo e fisso un consumo flat e 100% rinnovabile dell’energia necessaria all’approvvigionamento domestico. Non da meno, Edison My Sun, il un nuovo servizio proposto da Edison Energie che permette di abbattere i costi della bolletta grazie all’utilizzo dei pannelli fotovoltaici e dei sistemi di accumulo a batteria.
Altra realtà è quella di SolarCloud, il servizio di accumulo fotovoltaico virtuale progettato da E.On. Come parte della sua offerta di servizi digitali, l’azienda tedesca dà la possibilità ai propri clienti di conservare la loro energia solare anche senza una batteria installata all’interno dell’abitazione.
Il percorso è ancora lungo ma le basi per un futuro condiviso si stanno sviluppando giorno dopo giorno.
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